Dallo stadio al territorio: l’associazione giallorossa rilancia l’impegno sociale dopo la tragedia di Latina.
Non solo passione sportiva, ma anche impegno civile e sociale. È questa la missione di AS TIFOSI ROMA, associazione guidata da Michele Grillo che nasce dal cuore pulsante del tifo giallorosso per trasformarsi in una rete di sostegno e inclusione.
“L’AS Tifosi Roma è stata fondata da un gruppo di appassionati, il 22 luglio 2024, proprio lo stesso giorno della fondazione dell’AS ROMA nel 1927. La nostra è una realtà che si distingue per l’impegno nel promuovere inclusione, solidarietà e rispetto, utilizzando lo sport come strumento di cambiamento sociale. Infatti, non è una semplice associazione di tifosi: è un movimento che combatte il bullismo, la violenza di genere e le disuguaglianze, mettendo al centro la crescita umana e culturale della comunità. Il progetto si pone l’obiettivo di creare una rete virtuosa tra tifosi, istituzioni e associazioni, dentro e fuori dagli stadi.”
Dallo stadio al territorio
AS TIFOSI ROMA ha già avviato una serie di iniziative che spaziano dall’assistenza economica e sanitaria ai progetti per ragazzi e persone con disabilità, fino a programmi culturali ed educativi. L’obiettivo è chiaro: dimostrare che il tifo può farsi comunità attiva, capace di incidere nella vita quotidiana.
Campioni e valori
Il sostegno di ex giocatori della Roma come Vincent Candela e Ubaldo Righetti dà visibilità e autorevolezza al progetto, ma il vero punto di forza resta la dimensione partecipativa: tifosi che scelgono di impegnarsi insieme per un bene più grande, quello della solidarietà.
L’impegno dopo la tragedia di Latina
Il 17 settembre 2025, l’associazione è intervenuta con dolore sulla tragica vicenda del ragazzo di 14 anni di Latina che si è tolto la vita. Un evento che ha scosso l’intera società civile, lasciando un vuoto profondo.
Fabrizio Antolini, vicepresidente di AS TIFOSI ROMA ed ex calciatore della Roma Primavera, ha espresso un cordoglio carico di umanità:
“Oggi la scuola e la società civile tutta escono sconfitte con la morte di Paolo. Il suo estremo gesto testimonia il tragico isolamento in cui era caduto. Riposa caro Paolo, e scusaci se non siamo stati capaci di ascoltarti”.
Accanto alle sue parole, il direttivo dell’associazione – formato da psicologi, medici ed esperti di educazione e inclusione – ha rilanciato l’impegno per contrastare bullismo e violenza, rafforzando la rete di ascolto e prevenzione.
“Il calcio e lo sport – ricorda Antolini – devono essere strumenti di crescita e comunità, non campi di esclusione. Dopo questa tragedia, la nostra missione è ancora più forte: nessun ragazzo deve sentirsi solo”.
Un modello di inclusione
La vicenda di Paolo diventa così un richiamo per tutti – famiglie, istituzioni, scuola – alla responsabilità di saper cogliere i segnali di sofferenza e trasformare il dolore in azione concreta.
AS TIFOSI ROMA, con la sua esperienza e il suo radicamento, intende continuare a costruire percorsi di solidarietà, rispetto e ascolto, dimostrando che il tifo può essere molto più che passione sportiva: può diventare rete di mutuo soccorso e speranza per i più giovani.
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