Tra rito conviviale, riflessione civile e identità territoriale, la Delegazione di Terni celebra il Natale con una serata che unisce cucina, pensiero e responsabilità culturale.
È questo il senso profondo della ConviviaIe degli Auguri 2025–2026 della Delegazione di Terni, svoltasi domenica 14 dicembre, in un clima elegante ma mai ingessato, come dovrebbe sempre accadere quando la tradizione non scivola nel formalismo.
La conduzione dei simposiarchi Luca Cipiccia e Mario Guerra ha saputo mantenere un equilibrio tutt’altro che scontato tra leggerezza conviviale e profondità culturale. Ed è un dettaglio decisivo: quando l’Accademia funziona davvero, è proprio questo equilibrio a fare la differenza.
A fare da cornice il Ristorante Piermarini, storica realtà della ristorazione umbra immersa nella Valnerina, profondamente legata al territorio e alla qualità delle materie prime. Una cucina che lavora sulle stagioni, sul rispetto dei saperi e su un’idea di accoglienza autentica, in piena sintonia con lo spirito dell’Accademia Italiana della Cucina.
Ad aprire la conviviale, non a caso, due testi potenti e tutt’altro che ornamentali: Isaia e Hermann Göring. Pace evocata e guerra smascherata. Una scelta coraggiosa, soprattutto nel tempo che stiamo vivendo. Perché parlare di cucina senza parlare del mondo è esercizio sterile. E la tavola, se è cultura, è sempre anche una presa di posizione.
Il menu firmato Piermarini ha rispettato la tradizione senza nostalgia: aperitivo di benvenuto, tortellini in brodo come si devono, faraona all’arancia con duchessa speziata, croccantino della casa e dolci natalizi, con i Panpepati “Accademia” a chiudere il cerchio. Abbinamenti enologici solidi, senza esibizionismi. Qui la cucina non cerca l’applauso: fa bene il suo lavoro. Ed è un merito.
Durante il pranzo è stato anche letto l’articolo di Umbriareport dedicato alla cucina italiana come patrimonio UNESCO, rafforzando il filo conduttore della conviviale: la cucina come patrimonio culturale vivo, fatto di memoria, territorio e responsabilità collettiva.
La conviviale ha avuto anche un momento istituzionale significativo con la presentazione del nuovo associato Michele Marinelli, imprenditore del ferro, umbro di Terni, presidente del consiglio di amministrazione presso Ferro Umbria.
E sì, anche questo è fare cultura gastronomica.
Quando la tavola diventa luogo di senso – e non solo di consumo – l’Accademia Italiana della Cucina fa pienamente il suo mestiere.
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