Nell’arte intuitiva della pittrice ternana convivono vibrazione, spiritualità e un profondo lavoro sul cuore. «I colori risvegliano parti di noi che spesso rimangono nascoste»
Il colore come rivelazione dell’anima
Da giornalista che ha sempre amato l’arte e la sua capacità di rivelare ciò che spesso resta invisibile, ho imparato a riconoscere negli artisti alcuni aspetti profondi del territorio stesso: sensibilità, silenzi, radici, visioni. L’Umbria, con i suoi ritmi lenti e la sua spiritualità diffusa, custodisce talenti che sanno trasformare l’interiorità in gesto, emozione, presenza. È con questo sguardo — attento, curioso, profondamente umano — che mi sono avvicinata al lavoro di Arianna Listante. La pittrice ternana ha fatto del colore un linguaggio interiore, un ponte tra vibrazione, emozione e consapevolezza. «I colori hanno il potere di toccare profondamente le nostre emozioni, risvegliando parti di noi che spesso rimangono nascoste» mi racconta durante alcuni nostri incontri. «Nel mio caso rappresentano un percorso che mi ha condotto alla scoperta del mio cuore, delle mie emozioni più profonde e a una connessione autentica con me stessa».
La sua è un’arte che non si accontenta di essere vista: vuole trasformare, sollevare, riequilibrare. È qui che la pittura incontra la cromoterapia, un linguaggio energetico che Arianna ha studiato e sperimentato per anni, fino a diventare una parte integrata del suo percorso personale e creativo.
La cromoterapia come viaggio interiore
Il colore, nella visione di Arianna, non è solo materia estetica ma una frequenza viva che dialoga con corpo, mente ed emozioni. «La cromoterapia ci insegna che ogni colore ha una sua vibrazione e questo influenza il corpo, le emozioni, la mente e lo spirito», spiega. «Nel mio percorso di studi ho sperimentato i benefici delle essenze, dell’abbigliamento, della musica, delle pietre e soprattutto della pittura. È attraverso i colori che ho iniziato a vedere la vita in modo diverso, lasciandomi guidare dalle loro intelligenze».
Il concetto non è isolato: molte tradizioni antiche riconoscevano alle lunghezze d’onda della luce un ruolo terapeutico. Nella sua pratica Arianna integra queste conoscenze con un approccio olistico che segue il ritmo del cuore e dei suoi campi energetici, quei campi che, spiega, «dialogano costantemente con le emozioni e influenzano il nostro equilibrio interiore».
Per lei il colore è diventato una soglia, una chiave che permette l’accesso a territori emotivi difficili da raggiungere con il solo pensiero. «Ho scoperto un mondo magnifico dove, attraverso il colore, potevo comprendere me stessa, trovare rilassamento ed espandere la coscienza», confida.
L’intelligenza dei colori e la guarigione del cuore
Il cuore è il centro della ricerca di Arianna. Non solo come organo fisico, ma come campo energetico potente, capace di influenzare stati emotivi, chiarezza mentale e persino la percezione del mondo. «Ogni colore ha una propria frequenza ed emette una vibrazione specifica che arriva a noi attraverso la luce», spiega. «Queste vibrazioni influiscono sui chakra e possono armonizzare l’energia favorendo guarigione emotiva, mentale e spirituale».
In questo cammino tre colori sono diventati maestri: rosa, turchese e verde smeraldo. «Si completano e mi rispecchiano profondamente», afferma. La loro unione, nell’arte come nella cromoterapia, genera calma, equilibrio, apertura del cuore. «Quando questi colori lavorano insieme, rinforzano il campo toroidale del cuore, purificano l’energia e creano uno stato di amore verso se stessi».
È un processo che Arianna conosce bene: lo ha vissuto prima su di sé e poi nella sua pratica artistica. «Le essenze del cuore aiutano a ristabilire i circuiti energetici, stabilizzare le emozioni e dare forza al corpo», racconta. Le utilizza ogni giorno, sia nei suoi percorsi che nel momento stesso in cui dipinge.
Pittura come pratica meditativa
La pittura, per Arianna, è stata terapia prima ancora che arte. «I miei colori mi hanno aiutato ad attraversare dolori profondi senza che nemmeno me ne accorgessi. La pittura è stata cura e meditazione insieme», confessa. Dipingere diventa un movimento che libera il non detto, scioglie tensioni e riporta armonia. L’arte astratta, senza rappresentazioni concrete, amplifica questo processo perché offre totale libertà interpretativa: le forme non spiegano, evocano.
«Quando dipingiamo con l’intenzione di guarire, i colori diventano strumenti di trasformazione energetica», afferma. «Le opere astratte possono essere progettate con schemi cromatici che influenzano i centri energetici, favorendo rilassamento, chiarezza e coerenza emotiva».
Per lei il colore è una porta: «La pittura crea uno stato meditativo in cui entriamo in sintonia con il nostro cuore. L’energia diventa più coerente, si genera chiarezza mentale, emotiva e spirituale».
Un percorso artistico tra ricerca, libertà e trasformazione
Il cammino di Arianna non nasce nel vuoto, ma si intreccia con anni di sperimentazione collettiva. Dal 2015 ha aderito al movimento del Pentastrattismo, fondato da Massimo Picchiani, partecipando a Urban Contest, incontri di ricerca e iniziative dedicate alla valorizzazione dell’astrazione contemporanea. Un decennio intenso, fatto di confronto e crescita, che l’ha portata a esporre in luoghi simbolici della scena artistica italiana: dalla Galleria Agostiniana di Piazza del Popolo a Roma al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria, da Palazzo Carlotti a Garda al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, fino a Palazzo Spada a Terni e alle rassegne di Via Margutta nella capitale.
Alla dimensione collettiva si affiancano mostre personali e progetti autonomi che rivelano la sua voce più autentica: L’Italia chiama Costa Rica al Museo Diocesano di Terni con il patrocinio dell’Ambasciata del Costa Rica, la collettiva Arte in Bocca, Terni e Dintorni, la presenza al MIIT di Torino con Dialoghi d’Arte, le personali Le Vie del Colore e Teoria e Rinascita del Colore, fino alle partecipazioni ad AMAB, Last But No Least ad Assisi e Roma Art Week 2025.
Nel 2025 Arianna sente però l’esigenza di una svolta. Dopo dieci anni di lavoro condiviso decide di affrancarsi dal gruppo per seguire un percorso interamente suo, più libero, intuitivo e radicato nelle frequenze energetiche dell’arte olistica. È un passaggio naturale, quasi inevitabile, che la riporta al cuore del suo stile: un’arte che non si limita a mostrare, ma che attraversa e trasforma.
Il cuore come motore dell’evoluzione personale
Arianna lo ripete più volte: tutto parte dal cuore. La sua ricerca lo conferma. «Il campo elettromagnetico del cuore è il più potente prodotto dal corpo umano», spiega, «e quando proviamo amore, gratitudine o compassione diventa più armonioso».
Per lei questo non è solo studio, ma esperienza vissuta: «Ogni quadro è uno specchio dell’anima, un viaggio attraverso i miei sentimenti più profondi. Ho iniziato a usare la pittura e la cromoterapia per connettermi alla mia essenza, per amare me stessa e lasciare che il cuore guidasse il mio cammino».
Nella sua visione, aprire il cuore è un atto necessario, individuale e collettivo. «Aprire il proprio cuore significa amarsi e amare incondizionatamente. E credo che questo sia fondamentale per l’evoluzione dell’umanità».
La sua arte è questo: un invito alla cura, alla consapevolezza, alla luce che arriva quando finalmente si ascolta il centro più vero di sé.




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