Il consigliere del Gruppo Misto denuncia «un bando privo di tutela per archivio storico e affreschi del Seicento» e chiede il ritiro immediato dell’atto: «Serve un vero partenariato pubblico-privato, non uno spezzatino ingestibile»
TERNI – «C’è una differenza sostanziale tra valorizzare un bene e svenderlo perché non si è capaci di gestirlo. Con il bando per l’ex Palazzo Comunale di Collescipoli, questa Giunta dimostra ancora una volta la sua totale miopia politica».
È durissimo l’attacco di Guido Verdecchia, consigliere comunale del Gruppo Misto, contro l’avviso pubblico appena firmato per la concessione dello storico edificio di Corso dei Garibaldini.
Secondo Verdecchia, l’impostazione dell’atto tradisce l’assenza di una vera strategia per i borghi: «La Maggioranza si riempie la bocca di slogan sul rilancio dei borghi, ma la realtà dei fatti, scritta nero su bianco in questo avviso, è desolante. Siamo di fronte a una dismissione mascherata. Hanno ideato uno “spezzatino” inaccettabile: affittare alcune stanze al piano terra e altre al secondo piano, lasciando nel mezzo uffici comunali e spazi comuni, crea un “condominio” ingestibile dove la sicurezza e la tutela del bene saranno impossibili da garantire».
Al centro delle preoccupazioni del consigliere c’è soprattutto la protezione del patrimonio storico custodito nell’edificio: «Mentre la Giunta gioca a fare l’agenzia immobiliare, chi pensa alla tutela? Mettere a bando locali che custodiscono o sono contigui all’Archivio Storico (con documenti dal 1429) e agli affreschi del Seicento, esponendoli a un uso promiscuo e “sociale” senza un presidio pubblico forte, è un atto di irresponsabilità politica gravissimo. Se questa è la loro idea di “valorizzazione”, c’è da preoccuparsi per tutto il resto del patrimonio cittadino».
Verdecchia richiama anche il tema della sicurezza del borgo e del presidio istituzionale: «Nel mio documento tecnico ho inserito una richiesta precisa: la Polizia Locale deve restare. Il presidio dei Vigili non può essere messo in discussione o indebolito da questo valzer di concessioni; è un servizio essenziale per Collescipoli che va blindato, non reso precario».
Sul piano economico e gestionale, il consigliere attacca l’idea di affidare la sostenibilità del palazzo a soggetti del Terzo settore: «Non permetteremo che la storia di Collescipoli venga trattata come una voce di bilancio da tagliare. Pensare che un’associazione possa farsi carico della manutenzione di un palazzo del ‘500 in cambio di uno sconto sul canone è pura demagogia: è una trappola che porterà solo al degrado dell’immobile o al dissesto economico del gestore. Il Comune deve tornare a fare il Comune: investire, tutelare e guidare, non lavarsene le mani».
Per queste ragioni, Verdecchia annuncia di aver già formalizzato una richiesta di passo indietro all’Amministrazione: «Ho inviato oggi stesso al Sindaco e all’Assessore competente una richiesta di ritiro immediato dell’atto in autotutela. Si abbia il coraggio politico di ammettere l’errore e si scriva un Partenariato Pubblico-Privato serio, dove l’Ente mette le risorse per la manutenzione straordinaria e la tutela, lasciando ai privati i contenuti. Collescipoli merita rispetto, non improvvisazione».
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