Oltre 90 relatori, 30 eventi e un obiettivo comune: misurare l’impatto economico e sociale dell’equità
Dal 16 al 18 ottobre 2025 Perugia diventa capitale del dialogo su inclusione e sostenibilità con il Festival Internazionale per la Parità di Genere, promosso nel cuore dell’Umbria da istituzioni, università, imprese e mondo associativo. Non un semplice calendario di incontri, ma un laboratorio di idee e strategie per integrare la prospettiva di genere nei modelli di sviluppo economico e nella cultura d’impresa.
Tre giornate fitte di talk, laboratori e spettacoli — oltre 30 appuntamenti e 90 speaker italiani e internazionali — per affrontare temi cruciali: lavoro, economia, intelligenza artificiale, linguaggio, etica della cura, agricoltura, moda, informazione e nuove maschilità.
Come spiega la coordinatrice Giuseppina Bonerba, docente di semiotica all’Università di Perugia, il festival vuole «superare la retorica della parità per entrare nel merito delle politiche e delle pratiche che la rendono concreta».
Imprese e valore della certificazione di genere
La prima giornata si apre con il panel dedicato alla certificazione della parità di genere come leva di competitività, curato dal Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio dell’Umbria. Interverranno, tra le altre, Dalia Sciamannini, Tiziana Pompei (Unioncamere) e Anna Anchino (AIDP Umbria), in un confronto che evidenzia come l’adozione di politiche inclusive non sia solo un obbligo morale ma una scelta che incide su produttività, reputazione e accesso ai fondi europei.
Uguaglianza come fattore di innovazione
Dai laboratori sull’AI applicata alla salute di genere — con la neurologa Valeria Caso — ai talk su Diversity Management e Sostenibilità digitale, emerge una visione chiara: la parità non è un costo ma un moltiplicatore di innovazione.
La partecipazione di aziende umbre come UmbraGroup e ART Spa dimostra come il territorio stia investendo in modelli organizzativi basati su equilibrio, benessere e meritocrazia.
Educazione, linguaggio e nuovi modelli sociali
Il festival mette al centro anche la formazione: dal dibattito “Giovani e divario di genere” con il CNR e il Registro.it ai laboratori teatrali contro il bullismo e la discriminazione.
Uno spazio importante è riservato alla comunicazione con GiULiA giornaliste, OSCE e RAI Umbria, impegnate nel progetto “Le parole giuste al momento giusto”, per promuovere un linguaggio mediatico libero da stereotipi.
Cultura e diritti: dal palco alla società
Nelle serate al Teatro del Pavone, la riflessione si fa spettacolo: stand up comedy, incontri con autrici come Giulia Siviero e Anna Maria Pacciarini, fino al dialogo con Rula Jebreal su “Genere e genocidio in Gaza”.
Una sezione speciale è dedicata alla mostra Le Madri Costituenti (UDI e ANPI), mentre i cortometraggi del PerSo Film Festival raccontano, con la forza delle immagini, la resistenza e la resilienza femminile.
Un’economia dell’equità
Il filo rosso del Festival è chiaro: la parità di genere non è una nicchia di diritti, ma una condizione economica necessaria per la competitività sostenibile.
Dati internazionali mostrano che le aziende più inclusive crescono di oltre il 20% rispetto alla media: il messaggio che da Perugia si vuole lanciare è politico ed economico insieme — l’equità genera valore.
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