Dal 4 al 7 dicembre torna Spoleto Eat: il festival che trasforma la scena in un convivio, unendo arti performative, degustazioni e nuove produzioni dedicate alla cultura gastronomica italiana
Il teatro diventa un luogo da vivere (e da assaggiare)
Quattro giorni in cui la scena smette di essere soltanto palco e diventa tavola, rito, comunità. A Spoleto torna Eat – Enogastronomia a teatro, la manifestazione che da quattro edizioni sperimenta un intreccio unico: performance, cibo, memoria collettiva. L’edizione 2025, in programma dal 4 al 7 dicembre, rilancia con nuovi format, spettacoli originali e una visione sempre più matura del rapporto tra arti sceniche e cultura gastronomica.
Il progetto, firmato da Anna7Poste eventi&comunicazione in collaborazione con il Comune di Spoleto, è stato presentato a Palazzo Mauri. Qui l’assessore al turismo Giovanni Angelini Paroli ha parlato di Eat come di «un punto fermo della programmazione culturale», una di quelle manifestazioni capaci di unire identità territoriale e innovazione. Anna Setteposte, ideatrice e direttrice artistica, ha sottolineato il carattere “rigenerato” di questa edizione: nuovi linguaggi, nuovi pubblici, nuove storie da raccontare.
Si parte con un’anteprima nazionale: la cucina diventa drammaturgia
Il 4 dicembre al Teatro Caio Melisso si apre con Mama I’m Coming Home, anteprima nazionale della compagnia Sesti/Contini. Uno spettacolo concepito come un pasto in tre portate, dove i gesti della cucina contadina umbra diventano linguaggio narrativo. Al centro, il rapporto madre-figlio e il cambiamento sociale dal dopoguerra ai giorni nostri. Durante la performance, il pubblico sarà invitato a degustare piatti della tradizione rurale: un’esperienza immersiva che fonde memoria culinaria e racconto emotivo.
La seconda giornata si accende con Emozioni da bere, il primo “cocktail show” in cui ogni drink rappresenta un sentimento. Un format immediato, fresco, quasi cinematografico. A seguire, il ritorno di Vito con L’altezza delle lasagne, monologo comico che prende di mira la nostra venerazione — a tratti maniacale — per la cucina, tra ironia, ricordi e disarmante verità quotidiana.
Le novità: riti di famiglia, colazioni elisabettiane e un nuovo modo di stare a tavola
La quarta edizione porta con sé un debutto che definisce bene la filosofia del festival: A Tavola!, in scena il 7 dicembre. È la prima produzione originale firmata Eat, un racconto che parte dal gesto di apparecchiare per arrivare ai legami familiari, alle tradizioni natalizie, alla storia degli oggetti che accompagnano il convivio. Un teatro della memoria, con Gabriele Furnari Falanga e Angelo Barone diretti da Davide Gasparrini, e testi di Guido Farinelli.
Nuovo anche Shakespeare a colazione, dedicato ai bambini dai 5 ai 10 anni. Un’idea che guarda al Fringe di Edimburgo (celebre per il suo Shakespeare for breakfast) e lo rimodella in versione italiana: cappuccini, succhi, dolci e cinque attori che trasformano i personaggi elisabettiani in un gioco scenico divertente e accessibile. Una colazione teatrale per creare nuovi spettatori fin dalla mattina.
Un festival che parla alla città
Eat non è solo una rassegna, ma un modo diverso di immaginare il teatro e il cibo come strumenti culturali. Attraverso performance, degustazioni, riti condivisi e nuovi linguaggi, Spoleto si conferma laboratorio di idee e punto di riferimento per chi crede che l’enogastronomia sia prima di tutto identità, relazione e memoria.
Il sipario si apre il 4 dicembre. E questa volta… si apre anche la tavola. Paola, è un’edizione che merita di essere raccontata e vissuta.
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