Un dibattito maturo, una visione condivisa, un obiettivo comune: trasformare i 40 minuti in un progetto reale di integrazione territoriale
Il Campidoglio come termometro politico
La Sala del Carroccio non è solo un luogo prestigioso, è un indice di priorità. Quando un tema varca la soglia del Campidoglio, significa che ha smesso di essere retorica ed è diventato strategia.
L’iniziativa “Terni: Il Respiro di Roma”, promossa da Think Tank Terni e dal consigliere comunale Guido Verdecchia, ha confermato proprio questo: il rapporto fra la Capitale e l’Umbria del Sud non è più una questione marginale, ma uno dei dossier centrali per il futuro del Centro Italia.
Le radici di una visione
In apertura, Verdecchia ha ricostruito la storia di un progetto che non nasce oggi. L’idea di avvicinare Roma a Terni, ha ricordato, affonda le sue radici nelle intuizioni dell’ex sindaco Ciaurro e in una stagione politica che sapeva guardare lontano.
Il suo intervento ha avuto anche un tono personale:
«Essere qui oggi significa essere tra amici», ha detto. «I rappresentanti di Roma Capitale non sono soltanto interlocutori istituzionali, ma persone con cui condivido vent’anni di rapporti umani e stima reciproca».
Il ringraziamento è andato anche all’Associazione Think Tank Terni e alla sua presidente Paola Idilla Carella:
«L’associazionismo sano è il vero motore delle comunità. Senza la loro capacità di mettere a sistema competenze e visioni, oggi non saremmo qui».
Verdecchia ha poi ricordato figure storiche come l’ingegnere Martinelli e il sindaco Terenzio Malvetani, protagonisti del progetto del collegamento stradale Terni–Ponzano. La presenza in sala del figlio, Giuseppe Malvetani, attuale sindaco di Stroncone, è stata letta come simbolo della continuità di una visione.
“I 40 minuti”: una proposta alla pari
Nel cuore del suo intervento, Verdecchia ha scandito un concetto chiave:
«Non chiediamo favori. Offriamo una soluzione».
La Capitale affronta costi abitativi insostenibili, congestione e limiti strutturali di espansione. Terni, al contrario, possiede ciò che Roma oggi non ha più: spazi, verde, servizi, costi sostenibili, qualità della vita.
Il progetto dei 40 minuti nasce così non come richiesta, ma come partnership alla pari in una logica policentrica.
Roma non vuole più periferie: vuole partner
L’interesse manifestato da Carmine Barbati e Maurizio Politi ha segnato un punto di svolta: Roma non cerca città da “assorbire”, ma territori con cui costruire equilibrio e competitività.
In questa prospettiva, Terni non è più “cintura lontana”: è una leva concreta per alleggerire la Capitale e innovare il modello urbano.
La visione strategica: “fare di Terni il respiro di Roma”
La Presidente di Think Tank Terni, Paola Idilla Carella, ha precisato la direzione:
«Fare di Terni il respiro di Roma non è un artificio narrativo. È una strategia che guarda alla struttura reale del Paese. Terni è una porta naturale tra Lazio e Umbria. Abbiamo imprese, competenze e una comunità pronta, ma senza una governance stabile tutto rischia di restare sulla carta».
L’area vasta dell’Umbria del Sud entra in campo
Il sindaco Giuseppe Malvetani ha riportato il dibattito sul territorio:
«Non siamo spettatori. Siamo parte attiva di una rete che comprende Narni, Amelia, Stroncone e tutto il sistema dei borghi. La qualità della vita nasce anche da qui».
Il territorio ragiona come area vasta anche quando la politica dimentica di farlo.
Economia e rigenerazione: il punto delle imprese
Dalla voce delle imprese, tramite il presidente ANCE Terni Roberto Taddei, è arrivata la richiesta più concreta: non consumare altro suolo, ma rigenerare.
Quartieri, immobili e spazi già esistenti devono essere pronti a rispondere a una nuova domanda abitativa senza perdere identità e qualità urbana.
L’analisi economica: una partnership che conviene a tutti
Il professor Giuseppe Croce (La Sapienza) ha spiegato con rigore perché i 40 minuti sono una leva strategica:
«Non è solo pendolarismo. È partnership economica, scambio di servizi, investimenti strategici».
Ma ha anche avvertito che il progetto ha senso solo se Terni diventa davvero attrattiva.
Integrazione culturale: Terni non teme il cambiamento
Un contributo di grande spessore è arrivato dal sociologo Raffaele Federici (UNIPG) che ha demolito la paura dello “snaturamento”:
«Terni non diventerà una quintana. È una città che storicamente metabolizza persone e idee. È nella sua natura integrarsi».
Gli strumenti giuridici: la triade Lazio–Umbria–Marche
Il consulente del Senato Niccolò Di Raimondo ha delineato il quadro normativo necessario per rendere operativo il Tavolo Tecnico.
Ha parlato di Protocollo d’Intesa, Accordo di Programma e Cabina di Regia congiunta, insistendo sulla necessità di una governance multilivello stabile.
Ha poi introdotto un elemento innovativo: la costruzione di una triade Umbria–Lazio–Marche, un asse istituzionale capace di generare massa critica, attrarre finanziamenti e dare al progetto dei 40 minuti un ruolo nazionale.
Salute e benessere: la mobilità che migliora la vita
Il medico Francesco Bressi, socio del Think Tank, ha portato il tema sul piano umano: un collegamento veloce è anche salute pubblica.
Meno stress, meno pendolarismo pesante, più equilibrio psicofisico.
Verso il Tavolo Tecnico: ora la politica deve decidere
La chiusura dei lavori ha ribadito un punto:
i 40 minuti non sono un sogno, ma una possibilità concreta.
La richiesta è chiara: costituire un Tavolo Tecnico vero e operativo.
Nelle parole finali di Verdecchia:
«Rimanere fermi significa tornare indietro. E Terni non può più permetterselo».
Roma ha bisogno di territori partner.
L’Umbria del Sud ha bisogno di una strategia stabile.
Terni è pronta a diventare molto più di una città di confine: può diventare l’asse centrale di una nuova geografia del Centro Italia.
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